Anno Zero

Concluso il lungo e proficuo rapporto con Giuseppe Zedde, Sant’Erasmo ha la possibilità di ridisegnare il proprio futuro partendo da un foglio bianco.  Il valzer delle monte è ancora aperto, e noi vi proponiamo 3 dei possibili candidati alla giubba biancoazzurra.

 

Sant’Erasmo ha dimostrato di ottenere il massimo dai propri fantini quando è riuscita a condividere con loro un progetto di più anni.  Prima dei 9 anni di Gingillo la mente corre a Martin Ballesteros, che nei 5 anni in biancoazzurro ha saputo riconquistare per due volte un Crocione che mancava da 17 anni.  Risalendo ancora un po’ la linea del tempo ecco le doppiette di Frasca e Mezzetto, a suggellare il dominio degli anni ’60 e ’70, e il duplice sigillo (non consecutivo) di Antonio Braca prima dello scoppio della guerra.  Tolto Bruno Blanco (1964), l’emozione di una vittoria isolata ha funzionato solo con Aceto e con Il Pesse.  Due “pupe” di un’altra categoria.

Non è facile, in un gioco come questo, mantenere alto l’entusiasmo e le aspettative dei contradaioli ripresentandosi la sera della vigilia con lo stesso volto per quasi un decennio.  Ma Gingillo ha continuato ad accendere il cuore dei contradaioli biancoazzurri a suon di prestazioni.  Invece di sedersi sugli allori, coccolato da un popolo che lo faceva sentire a casa, ha continuato a raggiungere la finale anno dopo anno, facendo dimenticare a tutti (amici e nemici) di aver colto un unico successo in nove tentativi.

Il recente passato permette alla Contrada di dormire tra due guanciali ma ora il vuoto lasciato dalla partenza dello Zedde va colmato.  I dirigenti possono pianificare con calma, potendosi permettere persino il lusso di qualche passo falso.  Vi presentiamo allora tre scenari futuribili, che al netto delle loro potenzialità nascondono più di un motivo per rivelarsi un vero e proprio azzardo.

 

L’underdog: Gavino Sanna

Partiamo dall’ipotesi più interessante, soprattutto in un’ottica di progetto a lungo termine.  Con Gavino Sanna i biancoazzurri possono ripartire da zero, provando a costruirsi in casa il fantino del domani.  Una scommessa che a Sant’Erasmo possono permettersi dall’alto dei 13 Palii vinti e della striscia aperta di finali raggiunte.

L’ultimo vincitore nella Buca d’Andrea non è più un ragazzino, ma il suo profilo si adatta a meraviglia al concetto di “nuova promessa”.  La penuria di nuovi prospetti interessanti tra gli specialisti della monta a pelo ha portato gli addetti ai lavori a seguire con crescente interesse i jockey di professione che si affacciano al mondo del Palio.  Un esperimento, quello di Gavino Sanna, che verrebbe fatto con la velleità di ripercorrere la stessa strada tracciata da Silvano Mulas una decina di anni fa.  Certo le premesse erano altre, e, con la sapiente regia di un Renato Gigliotti alle spalle, le mani di Voglia hanno trovato il materiale giusto per esprimere tutto il suo potenziale.

Gavino non è comunque l’ultimo arrivato.  Il successo a Fucecchio ha fatto capire a tutti che il ragazzo è capace di vincere, rendendolo allo stesso tempo più credibile agli occhi dei possibili interlocutori.  Il peso potrebbe essere un ulteriore punto a favore.  Nel sabbione della Buca la sua leggerezza è stata senza dubbio un valore aggiunto, bisognerà vedere se potrà incidere allo stesso modo anche sulla sabbia compatta dello stadio Mari.  Sarebbe interessante vederlo all’opera anche solo per capire se la stazza di Scompiglio è stata davvero uno dei motivi dei fallimenti del pistoiese qui a Legnano.

 

L’azzardo: Jonatan Bartoletti

Per colmare il vuoto lasciato da un nome importante come quello di Gingillo, il Corvo potrebbe volersi affidare a un big di Piazza.  Al momento però sono tutti ancora accasati.  L’unico avvicinabile potrebbe essere proprio Jonatan Bartoletti, dato che il suo futuro a San Magno è tutt’altro che scontato visti i risultati dell’ultimo biennio.

Difficile non prestare l’orecchio a tutte le critiche che l’ambiente legnanese gli ha mosso.  Ma oltre a essere il fantino più in forma del momento sul tufo senese, il Bartoletti potrebbe risolvere in un colpo solo anche il problema legato al cavallo.  Idealmente potrebbe andare a formarsi l’accoppiata Scompiglio – Fantasia, forse uno dei maggiori rimpianti di Capitan Airoldi visto l’esito del Palio 2017.  Scavalcato nelle gerarchie interne da Inquieto, il sauro di proprietà del fantino di Pistoia ha mostrato il suo potenziale in una Provaccia dominata fino alla rimonta dello scosso di Legnarello.  Dato che l’addio (definitivo?) di Asti ai purosangue ha già portato alcuni proprietari a ridurre il numero di “puri” nelle proprie stalle, iniziare l’inverno con un cavallo già bloccato potrebbe essere qualcosa da non sottovalutare.

Dal punto di vista politico, pur continuando ad essere dipinto come un lupo solitario, è difficile credere che il recente filotto di vittorie in Piazza del Campo non lo abbiano avvicinato a qualche collega, anche solo grazie al lavoro sotterraneo delle Contrade senesi che lo hanno come fantino di riferimento.  Se iniziasse a presentarsi a Legnano con degli alleati (e le malelingue potrebbero dire anche con un filo di voglia di vincere) anche i suoi difetti nel leggere la mossa a quattro potrebbero diventare sempre meno influenti.

 

L’usato garantito: Dino Pes

Con il passaggio di Gingillo in gialloverde, si è liberato un elemento esperto come Dino Pes.  Non è un caso che in tanti, appresa la notizia del suo ritorno sul mercato, abbiano suonato alla sua porta.  Non è il nome con cui accendere la passione dei contradaioli biancazzurri, visti anche i trascorsi vittoriosi nella nemica, ma nell’attuale contesto paliesco non è concesso neppure liquidarlo con superficialità.

Il suo ritorno a Siena dopo 13 anni di assenza è un’ulteriore prova della sua affidabilità, ancor più evidenziata dall’attuale carestia di giovani alternative su cui valga la pena investire.  Al netto di ogni dietrologia, Dino è tornato sul tufo per i propri meriti e ha svolto appieno il lavoro per il quale (presumiamo) il Leocorno lo ha ingaggiato.  Nonostante la nemica si presentasse nuovamente al canapo con Andrea Mari.

A Legnano potrebbe ancora spostare gli equilibri, anche se il suo basso profilo lo porta spesso in secondo piano agli occhi degli addetti ai lavori.  Avere in stalla Capitan America è poi un’ulteriore freccia all’arco di Velluto, che potrebbe così far dimenticare le ultime prestazioni poco brillanti qui a Legnano.  Sarà sufficiente per non doversi guardare il Palio da spettatore?  Staremo a vedere, ma è molto difficile che a questo giro resti a piedi.