Il nuovo che avanza

 

Dopo il deludente biennio targato Jonatan Bartoletti, San Magno continua a seguire il pedigree senese e riparte da Carlo Sanna.  Abbiamo messo in evidenza 5 caratteristiche del vincitore dell’ultimo Palio dell’Assunta per farlo conoscere meglio a chi, in via Berchet, è spaventato dalle analogie con Scompiglio.

 

Gli equilibri del Palio avevano bisogno di una scossa.  Uscire dal trittico Atzeni – Bartoletti – Mari, dominante a Siena negli ultimi 7 anni, era diventata una necessità.  Non tanto per le dirigenze, ancora con una discreta pluralità di opzioni, ma piuttosto per lo sviluppo futuro di questo mondo.  Le nuove leve rinnovano l’ambiente, modificano i rapporti di forza, ma soprattutto danno linfa vitale al movimento.  Come in qualsiasi altro sport è necessario un passaggio di testimone e da troppi anni si era cristallizzati in una situazione in cui i giovani faticavano ad emergere.  La precocità di Giovanni Atzeni fa sì che, pur essendo già da qualche anno ai vertici del Palio, il fantino di Nagold abbia la possibilità di rimanere ai vertici almeno per un altro decennio.  Era però importante vedere la crescita di una nuova generazione di fantini, per poter avere al momento opportuno il fisiologico ricambio generazionale.  Dovrebbe già essere il momento dei ragazzi nati negli anni ’90, o dall’anno prossimo addirittura di qualche millennials, ma viste le loro difficoltà a ritagliarsi un posto nella cerchia delle monte importanti possiamo accontentarci della consacrazione di un classe ’89.  Con il successo nell’Onda ad agosto, Carlo Sanna ha lanciato un messaggio importante a tutte le dirigenze, anche fuori dalle mura senesi.

Lo hanno ascoltato i dirigenti di via Berchet che, approfittando anche dei primi segni di rottura tra Brigante e La Flora, sono riusciti a trovare un’ottima soluzione per ripartire dopo il biennio targato Jonatan Bartoletti.  Non si potrà mai sapere quanto abbia pesato l’avvicinamento della Nobile alla stalla di Seggiano, ma di sicuro la presenza di Renato Gigliotti ha contribuito a convincere il Sanna della bontà del progetto rossobiancorosso.

Dopo l’addio a Scompiglio, forse mai amato fino in fondo dalla maggioranza dei contradaioli, ci si aspettava un nome in totale rottura con il recente passato.  Soprattutto alla luce delle critiche piovute da tutte le parti sul fantino di Pistoia, reo di non aver mai avuto le qualità per fare la differenza in Provincia.  Invece, un po’ a sorpresa, ecco l’annuncio di Carlo Sanna.  Un fantino dal pedigree non molto dissimile da quello del suo predecessore, con il quale si possono trovare molti punti di contatto anche sotto il profilo tecnico.  Se le poche presenze in Provincia, condite da risultati poco esaltanti (basterà la vittoria nella Provaccia 2014 a limitare il numero di detrattori?), ne accomunano il curriculum, le doti da partente petto al canapo e lo stile di corsa completano le similitudini.

Quanto devono essere preoccupati i contradaioli rossobiancorossi alla vigilia di un anno paliesco molto delicato?  Per rispondere a questa domanda abbiamo provato a riassumere in 5 punti le caratteristiche di Brigante.  Lavorando per correggere i difetti palesati in Provincia e riuscendo a trasportare anche sulla sabbia di Legnano gli aspetti positivi evidenziati durante il suo percorso di crescita sul tufo, la stella di Carlo Sanna potrà iniziare a risplendere anche lontano da Piazza del Campo.

 

Pregi – Coraggio

Per mordere un “pane duro sette croste” non bisogna avere paura di farsi male, di cadere.  Nel Palio non sempre si ha la pazienza di concedere una seconda opportunità, e quando si presenta l’occasione giusta non bisogna tirarsi indietro.  La paura non è contemplata da chi reputa la propria presenza sul tufo come un primo passo verso qualcosa di importante e non solo come il punto di arrivo di una buona carriera.  Carlo appartiene alla prima categoria e all’esordio, dopo l’ottimo spunto in partenza, non ha esitato ad entrare con il gas spalancato al primo San Martino.  Fosse riuscito a girare in quel modo, rimanendo davanti a tutti, sarebbe stato difficile anche per Andrea Mari e l’ottimo Occolé colmare il gap.  La sorte però, in quel 16 agosto 2014, gli ha girato le spalle, ma lui è riuscito lo stesso a urlare a tutti la sua voglia di emergere.

 

 

Difetti – Gestione mossa ristretta

Inutile girarci troppo intorno.  Come per Scompiglio, l’allineamento a quattro pare essere il suo tallone d’Achille.  Anche quando sembra svolgere bene il proprio compito non riesce ad ottenere vantaggi concreti alla mossa: sia dettandone i tempi (Legnano 2015) sia aspettando petto al canapo (Legnano 2016).  Nel primo caso bisogna dargli atto di aver sorpreso, e di fatto tagliato fuori dai giochi, la rivale (San Magno con Andrea Farris).  Il rapporto difficile con questa tipologia di mossa si è evidenziato anche nella sua unica presenza a Castel del Piano datata 2015: parato allo scendere del canapo dal Siri ed estromesso subito dalla corsa.  Lo scorso anno a Legnano, di nuovo chiamato a dettare i tempi, ha mostrato un miglioramento in questa skill: il timing con cui si è avvicinato al canapo è buono ma è lo spunto a non premiarlo, sollevando dei dubbi sulle potenzialità del soggetto montato.

 

 

Pregi – Astuzia

L’azione con cui ad agosto Brigante effettua il sorpasso decisivo su uno spaesato Elias Mannucci è ancora vivida nella mente degli appassionati.  In uscita dal secondo Casato dà l’impressione di voler attaccare all’interno, il portacolori della Chiocciola abbocca all’amo e lui lo aggredisce sul lato opposto, costruendosi così una buona fetta di Palio.  Un’azione scaltra, repentina, che aumenta il valore relativo di un’accoppiata già superiore e gli permette di raggiungere lo scopo prefissato senza correre troppi rischi.  Le proprie qualità e la potenzialità dell’animale sono le basi per un Palio da protagonisti, ma serve sempre un pizzico di lavoro sporco per primeggiare tra i migliori.  Non è servita un’azione di forza, non ha dovuto usare il nerbo, non ha preso rischi ma ha usato il cervello.  Un’ azione di fino che non diminuisce l’epica della corsa, anzi la nobilita.

 

 

Difetti – Mancanza di motore

È riduttivo cercare di spiegare la mancanza di risultati di Brigante in Provincia spostando l’attenzione sui cavalli.  Rivedendo le sue corse però si ha (quasi) sempre la sensazione che il motore non sia adeguato a delle ambizioni di vertice.  Il punto più basso lo si è raggiunto a Piancastagnaio nel 2015, con un soggetto nemmeno in grado di concludere i giri previsti.  Se negli appuntamenti senesi Carlo ha dimostrato di saper sfruttare bene i tre giorni a disposizione per trovare il feeling con un cavallo spesso mai provato, nel lavoro a lungo termine deve ancora raggiungere il livello dei migliori.  Poter scegliere il soggetto con cui correre, caratteristica della maggior parte dei Palii in Provincia (fuori dall’equazione rimangono Fucecchio e Castel del Piano), è un vantaggio ma anche un onere: permette di affinare l’intesa uomo-animale ma toglie un possibile appiglio a cui aggrapparsi in caso di debacle.  Il proseguo della collaborazione con Renato Gigliotti potrebbe però aiutarlo a colmare le distanze, anche se il risultato dello scorso anno (eliminazione in batteria con la giubba de La Flora) non è stato positivo.

 

 

Work in progress – Pazienza

Abbiamo lasciato questo aspetto per ultimo, non sapendo bene se ritenerlo già un pregio o ancora un difetto.  Anno 2016.  Casacca biancorossa di San Bernardino.  Nella sua migliore apparizione in terra lombarda fa vedere grinta e determinazione, ma la sua corsa è caratterizzata da troppe fiammate, nello specifico dovute anche al duello con Giovanni Atzeni.  Con un’azione così frammentata rischia di fargli esaurire anzitempo la benzina, come in parte si è visto nelle corse di addestramento a La Stella nel mese di aprile.  L’ultima estate senese ci ha fatto conoscere invece il Brigante calmo e paziente.  Già a luglio aveva saputo aspettare l’ultimo giro per sferrare l’attacco decisivo, ma in quel caso aveva dovuto incassare la lezione difensiva di Scompiglio.  Ad agosto è sempre rimasto a contatto con il duo di testa, aspettando il momento giusto per giocarsi le sue carte.  Non è stato scalfito dai controsorpassi del Montone, ha continuato a mantenere la sua andatura, scegliendo sempre le traiettorie a lui più congeniali e trovando per questo un Porto Alabe in grado di rispondere alla sollecitazione richiesta.