L’anno paliesco 2016 si porta in dote, prima di tutto, lo straordinario cappotto sul tufo senese di Scompiglio, capace finalmente di scuffiare la Lupa, a secco dall’agosto 1989 quando fu Il Bufera a portarla alla vittoria. Straordinario sia perché un cappotto fatto da Contrada e fantino non si vedeva dal 1997 – anche con lo stesso cavallo poi, addirittura dal 1933 – sia perché non era una delle monte più accreditate alla vigilia. Non gli è mai mancata la qualità per stare nell’Olimpo dei fantini di Piazza, tuttavia, Jonatan Bartoletti, è da sempre considerato un outsider, e quest’anno è stato capace di confezionare dei veri e propri capolavori pur correndo, così come riportano i rumors, solo contro tutti.

Nonostante l’esito senese, che potrebbe far pensare ad un sovvertimento delle gerarchie, gli altri due grandi nomi della Piazza non hanno di che lamentarsi. Si spartiscono infatti altre due piazze importanti come Legnano e Asti, riportando al successo due Contrade che, la vittoria, non la vedevano da parecchio. Tredici gli anni di astinenza di San Martino prima di affidarsi all’accoppiata Brio – Gen Armony; addirittura trenta quelli del Comune di Nizza Monferrato, che pur affidandosi a Tittìa ha dovuto aspettare un piccolo regalo del fato per mettere la testa avanti all’ultima curva.

Rimanendo in tema di nomi importanti, positiva anche la stagione di Giuseppe Zedde. Gingillo, che continua ad essere una presenza fissa sul tufo senese, da qualche anno non riesce più ad essere protagonista in Piazza, ma in tutto il resto d’Italia si dimostra, da sempre, un avversario scomodo. A Fucecchio, l’anno scorso, per fermarlo erano dovuti ricorrere alle maniere forti, tanto che Contrada e fantino rivali ne hanno dovuto pagare le conseguenze con una squalifica (un anno per la Torre e ben 5 per Carburo n.d.r.). Quest’anno, senza nemica tra i canapi, nessuno ha potuto fermare la sua corsa, ed è riuscito a riportare la vittoria a Massarella, a secco dal bis del Bandini nel biennio 2003-2004. Inoltre, ad inizio settembre ha impresso il suo secondo sigillo consecutivo (e suo sesto personale) a Castel del Piano, che è valso il tris per la Contrada Poggio.

Sorprende invece, dopo i quattro successi ottenuti nel 2015 (Castiglion Fiorentino, Bientina, Piancastagnaio e Asti), l’anno – per così dire – “sabbatico” preso da Valter Pusceddu, che chiude con “zero tituli” il 2016. E se a Fucecchio aveva solo compiti difensivi (tra l’altro perfettamente svolti), qualche rimpianto in più arriva dalle cadute a Ferrara e Bientina (nella città toscana non riesce neppure a qualificarsi alla finale). Nonostante tutto, potrà consolarsi con i successi di Gen Armony.

Stagione positiva anche per Dino Pes, che a fine anno è stato premiato come vincitore della Classifica Fantini organizzata da La Voce del Palio. Tanti i successi nelle corse di preparazione, culminate nel ritorno alla vittoria a Bientina grazie al suo cavallo Ondina Prima (due presenze a Siena: luglio 2014 e agosto 2016). Vince per Centro Storico, Contrada che aveva già portato alla vittoria, sempre con lo stesso cavallo, già nel 2012. Bene anche a Castiglion Fiorentino, dove aiuta Andrea Chessa a vincere il Palio per Porta Romana, e a Fucecchio, dove è l’unico che prova a insidiare Gingillo fino alla fine. Dopo una sbiadita prestazione a Legnano, il grande rimpianto arriva da Asti. In testa fino all’ultima curva, non riesce a scuffiare il Rione Cattedrale, finendo così per regalare la vittoria a Nizza e a Giovanni Atzeni.

Pur non essendo tra i più quotati a Legnano, dove non ha mai corso il Palio, Alessio Migheli si è meritato, con il terzo successo in quattro anni a Ferrara, la doppia chiamata in Piazza del Campo. Tra gli altri nomi poco considerati dagli addetti ai lavori legnanesi, da segnalare la seconda vittoria consecutiva di Adrian Topalli a Feltre, quella di Simone Mereu a Casole d’Elsa, in coppia con un imbattibile Narcisco, e quella a sorpresa – ma non troppo visto il motore del cavallo che montava – di Giosuè Carboni a Piancastagnaio. Vista l’ottima annata, certificata dal terzo posto nella Classifica Fantini, gli occhi di tutti erano puntati su Francesco Caria e su ciò che avrebbe potuto fare soprattutto con i puri, in quel di Piancastagnaio e di Asti; sfortunatamente le aspettative sono state disattese con un nulla di fatto. Torna invece a far vedere qualcosa di buono, nonostante non vada oltre due secondi posti a Bientina e Casole d’Elsa, Sebastiano Murtas.

I primi mesi però non erano iniziati troppo bene. Dopo la sospensione del Palio di Buti, non si era corso neppure il secondo appuntamento della stagione. A Bomarzo, dove il Palio non è stato aggiudicato nemmeno nel 2015 per l’incidente occorso ad Alessio Giannetti e Federico Guglielmi, non sono bastati gli sforzi fatti in materia di sicurezza per ottenere il permesso a disputare la competizione.

Per completare la carrellata facciamo luce anche su quattro Palii dal minore impatto mediatico. All’inizio di giugno se ne sono disputati due. Il primo a Mordano, dove Giacomo Lomanto ha portato alla vittoria il Borgo Stazione di Posta, già vincitore l’anno prima con Mattia Chiavassa; e il secondo in quel di Abbiategrasso, dove Fabio Ferrero, resistendo agli attacchi di Donato Calvaccio, coglie il primo successo in carriera, difendendo i colori rossoneri della Contrada Sforza. A inizio settembre si è corso in provincia di Padova. A Montagnana, Merlara si affida ancora a Mattia Chiavassa e il fantino astigiano – al terzo tentativo – riesce a cogliere la vittoria, la sua seconda in carriera dopo quella dell’anno scorso appunto a Mordano. La stagione paliesca si chiude con il primo successo in carriera di Enrico Bruschelli in un palio di Faella rivoluzionato dalla presenza dei Mezzosangue e di un canapo “elastico”.

Dopo un’annata che non ha visto nessun fantino esordire a Siena, concludiamo celebrando le “prime giubbe” di Alessandro Cersosimo, impegnato a Ferrara per San Luca, di Salvo Vicino e Marco Bitti, entrambi impegnati a Casole d’Elsa rispettivamente per Monteguidi e Cavallano. In realtà l’esordio di Bitti in una Contrada potrebbe essere fatto risalire a qualche mese prima, quando ha indossato la giubba rossoblù de La Flora per la Provaccia a Legnano. Infine, nell’ottica del movimento legnanese, va ricordato l’esordio di Paolo Meraviglia ad Abbiategrasso per i colori di Nuova Primavera Cervia