A caccia di sorprese

Puntata 1 di 3 in vista del prossimo Palio di Asti.  Partiamo dai Borghi, Rioni e Comuni che, a nostro giudizio, faticheranno a ritagliarsi un posto in finale.  Alcuni di loro proveranno ad onorare al meglio la manifestazione, altre invece potrebbero anche tirar fuori il celebre “coniglio dal cilindro” qualora la sorte riservasse loro una batteria benevola.

 

21)    Castell’Alfero

Fantino: Donato Calvaccio

Stalla: Trilussa, Vento di Tempio, Zarino, Ugolina

 

Il Comune biancoazzurro non raggiunge una finale dal 2011, quando Francesco Caria riuscì a portarlo ad un ottimo terzo posto.  Da allora si è messo in moto un valzer di fantini che ha visto la dirigenza azzurro-bianco-oro cambiare un fantino all’anno, passando da Claudio Bandini, a cui il Comune deve gli unici due successi della sua storia, a nomi del panorama senese come Bellocchio e Salasso.  La mancanza di risultati ha portato, negli ultimi due anni, a impostare Palii da outsider, con l’ingaggio di Nicholas Saccu nel 2016 e di Donato Calvaccio nel 2017.

Quest’anno il Rettore Paolo Tognin sta provando a dare una certa continuità, puntando nuovamente sul Calvaccio. Il Musico è, tra i futuri protagonisti del prossimo Palio, quello che almeno sulla carta potrebbe accendere meno l’entusiasmo dei contradaioli. Tolto infatti il Palio del 2011, che lo vide conquistarsi la prima finale in Piazza Alfieri con la giubba di Santa Caterina, nelle altre apparizioni non è mai riuscito a finire la propria batteria tra i primi tre.  Lontano dalla sua terra invece è entrato – anche grazie alla sua simpatia – nei cuori dei contradaioli di San Magno dopo il secondo posto nella Provaccia del 2014 vinta da Carlo Sanna. Quando il cavallo ha risposto alle aspettative insomma Calvaccio è sempre riuscito a dire la sua, inoltre mere statistiche a parte va considerato che per chi non ha appoggi importanti o spinte da altri fantini riuscire sempre a confrontarsi sullo stesso palcoscenico dei migliori è un traguardo non da poco, quindi scelta in qualche modo coraggiosa ma sicuramente giusta ed apprezzabile quella del comune.

Veniamo ai cavalli, Il Musico come allenatore e talent scout ha negli anni avuto modo di mostrare le sue qualità. E’ ancora fresco infatti in tanti contradaioli sia di San Magno che del Borgo San Pietro il ricordo di quel meraviglioso esemplare di purosangue rispondente al nome di Sessoforte, capace di regalare ad entrambi i popoli la loro ultima finale disputata nei rispettivi palii. Un cavallo che avrebbe sicuramente potuto fare anche molto di più, se non fosse stato per un maledetto infortunio che gli ha impedito probabilmente di entrare prepotentemente nella storia di entrambi i palii.

Zarino è l’elemento più giovane della stalla di Castell’Alfero, e per rispettare i diktat del particolare protocollo astigiano è sceso in pista sia a giugno sia a luglio.  Nella prima riunione, impegnato in una batteria qualitativamente alta (con Umatilla e Tiepolo), è sembrato in difficoltà tra i canapi, soffrendo molto la posizione esterna.  Partito male, non è mai sembrato in grado di colmare il gap con i migliori, concludendo in coda al gruppo.  A distanza di un mese l’atteggiamento tra i canapi sembra migliorato, l’uscita dagli stessi un po’ meno.  A luglio si era visto anche Vento di Tempio, di proprietà di un habitué come Mark Harris Getty, quest’anno iscritto alla Tratta del Palio di Fucecchio.  Lo si è visto a giugno, in una prestazione abbastanza simile a quella di Zarino.  A luglio Donato e il Comune bianco-oro-azzurro hanno rimpinguato la stalla, con un altro paio di cavalli visti pure alla Tratta di Fucecchio.  Ugolina è un cavallo che dovrebbe attestarsi sul livello di Vento di Tempio, mentre Trilussa dovrebbe alla fine essere la prima scelta, cavallo che può vantare esperienza già in diversi palii e che sembra essere ad oggi quello più pronto da presentare al canapo in piazza Alfieri.

 

 

20)     San Marzanotto

Fantino: Alessandro Chiti detto “Voragine”

Stalla: Nefertiti, Uber Alles

 

Complicati intrighi palieschi sembrerebbero aver visto San Marzanotto coinvolto attivamente nella trattativa, alimentata forse da venti legnanesi, che voleva Gavino Sanna a San Silvestro.  Per portare a termine l’operazione serviva trovare una monta a Voragine.  “Slot” liberi a metà luglio però non ce n’erano.  È intervenuto allora San Marzanotto, dove il Chiti aveva già corso 5 Palii tra il 2012 e il 2016, che per fargli spazio ha sacrificato Andrea Farris, che voci di corridoio davano comunque in procinto di lasciare il mondo delle corse.  Alla fine lo sbarco di Gavino nella galassia astigiana non è avvenuto, ma nel Borgo oro-blu è rimasto ugualmente l’esperto fantino classe ’72.

Voragine ora si barcamena tra Asti ed altri Palii di minore risonanza mediatica, dove continua a raccogliere i suoi successi.  Lo scorso anno non si è visto in Piazza Alfieri a causa di un infortunio, ma nelle ultime tre apparizioni (proprio per San Marzanotto) non è più stato capace di guadagnarsi la finale.  Non molto diverso l’ultimo periodo di Andrea Farris.  Dopo un 2014 da incorniciare, la carriera di Andrea non ha preso la piega desiderata ed è iniziata una pericolosa fase calante.  Il passaggio a Sandro Chiti potrà essere importante dal punto di vista strategico, ma siamo sicuri non fosse possibile fare un upgrade qualitativo puntando su uno dei tanti giovani (e non solo) che si sono messi in mostra nell’ultima stagione?

Nefertiti è l’unico soggetto portato da Voragine ad entrambi gli appuntamenti di avvicinamento al Palio astigiano.  A giugno una prestazione interlocutoria: si fa vedere in uscita dai canapi, grazie anche a una buona gestione del suo fantino, che lo ingamba prima del calar del canapo, ma poi non riesce a risaltare in corsa.  In una batteria in cui nessuno dei partecipanti ha spinto il proprio cavallo per tutti e tre i giri, chiude quarto senza particolari sussulti.  Meglio a fine luglio, quando vince la propria batteria, unendo allo spunto in partenza (già visto a giugno) anche un buon ritmo nei tre giri di pista.  A nostro giudizio resta distante dai pezzi pregiati di questo Palio, forse anche dalle seconde linee.  L’alternativa, doverosa ma meno allettante del compagno di stalla, si chiama Uber Alles.  Non convince prima, durante e dopo la mossa.  Si agita, parte male e chiude fuori dalle inquadrature.  La sua apparizione al Palio della Costa Etrusca, ad aprile, aggiunge credito alla nostra tesi: “praticamente non fa corsa”, questo il commento lapidario di Brontolo alla sua prestazione sul lungomare di San Vincenzo.

 

 

19)     Canelli

Fantino: Massimo Columbu detto “Veleno II”

Stalla: Remorex, Veneranda

 

Esperienza, grinta, agonismo.  Sono questi gli attributi scelti dal Comune di Canelli per proseguire la sua storia nel Palio di Asti, che quest’anno continua con Massimo Columbu, seguendo la strada tracciata nell’ultimo triennio.  Dopo aver toccato – forse – il punto più basso della sua storia recente nel 2012, quando non riuscì nemmeno a prendere parte alla corsa, è stato proprio Veleno a risollevare le sorti del Comune biancoazzurro.  In quattro anni, due finali.  Un bottino di tutto rispetto, considerando che nel decennio precedente nessuno ci era riuscito nemmeno una volta.

Il gagliardo ritorno senese, che tanto ha infiammato il popolo montonaiolo nel 2015, è stato il punto più alto dell’ultimo periodo della carriera di Veleno II, impegnato negli ultimi anni a battagliare negli angoli meno nobili della Provincia paliesca.  Un paio di successi a Mordano (2013, 2014), dove è tornato a correre anche quest’anno, le battaglie nella sabbia di Castiglion Fiorentino, e poi qualche comparsata tra Bomarzo, Fucecchio e Ferrara.  Ad Asti, Veleno II sta vivendo una seconda giovinezza, riuscendo a togliersi soddisfazioni importanti.  Come certificato dalle due finali (6° lo scorso anno) raggiunte nel triennio a Canelli.

Remorex dovrebbe essere ancora il soggetto di punta dei biancoazzurri.  Il cavallo è stato presentato per ben 5 volte alla tratta del Palio di Siena, sebbene i capitani non l’abbiano mai inserito tra i dieci prescelti per correrlo.  Lo scorso anno si è guadagnato la finale ad Asti, con un ottimo 2° posto in batteria, ma l’opinione è che sia stato agevolato da un sorteggio favorevole.  In mezzo a un gruppo di fantini non di primissima fascia, e ad un lotto di cavalli decisamente inferiore a quello che si presenterà in Piazza Alfieri all’inizio del prossimo settembre, ha saputo emergere.  Difficile però che possa ripetersi quest’anno, visto che il livello medio dei soggetti presenti dovrebbe essersi alzato.  A giugno anche un altro cavallo ha corso battendo bandiera biancoazzurra.  Si tratta di Veneranda, montata per l’occasione da Nicolò Chiara.  Performance deludente, con il soggetto uscito male dal canapo e finito ben presto fuori dalle inquadrature.

 

 

18)     Nizza Monferrato

Fantino: Alessandro Cersosimo

Stalla: La Via da Clodia, Trattu de Zamaglia

 

Il Comune giallorosso è ancora legato indirettamente a Giovanni Atzeni, nonostante il sardo-tedesco sia passato dalla scorsa stagione a difendere i colori di Don Bosco.  Formalmente, quello con Tittìa è un discorso incominciato nel 2011 e concluso con la vittoria all’ultimo respiro del 2016, l’ultima (per ora) di un cavallo purosangue in Piazza Alfieri.  Nizza ha iniziato però ad orbitare attorno al Tittìa già nel 2010, montando un giovane Andrea Farris, e non si è ancora allontanato definitivamente da lui, avendo scelto di puntare dallo scorso anno su Alessandro Cersosimo, ragazzo che negli ultimi anni sta crescendo proprio sotto l’ala protettrice di Giovanni.

La finale raggiunta lo scorso anno, al netto di una batteria piuttosto benevola, è il primo risultato di rilievo del giovane fantino giallorosso in un Palio vero e proprio, dopo la rocambolesca vittoria alla Provaccia legnanese (con cavallo scosso) di pochi mesi prima.  Al momento resta una grossa incognita: tante le cadute accumulate nel corso della sua breve esperienza nel mondo paliesco, poche le volte in cui è riuscito a mettersi in mostra per le sue doti a cavallo.  Quest’anno ha perso la monta a Bientina (dopo i due Palii privi di finale dello scorso anno) e l’unico impegno ufficiale è stata la Provaccia a Legnano, conclusa in maniera anonima con un’eliminazione in batteria.  Nelle corse di addestramento è piaciuto, soprattutto con Trattu de Zamaglia nel primo appuntamento astigiano.  Fatichiamo ad inserirlo nella seconda fascia proprio per alcune delle sue caratteristiche, ma il risultato dello scorso anno potrebbe tenere aperto qualche speranza se la sorte aprisse degli spiragli.

Veniamo ai cavalli.  Non susciteranno l’interesse di Umatilla, ma Trattu de Zamaglia e La Via da Clodia sono comunque due soggetti da seguire con attenzione.  Il primo (Trattu) ha esordito a luglio in Piazza del Campo, pur rimanendo un passo indietro ai nomi più quotati, e come detto in precedenza ha messo in scena un buon galoppo nelle corse di addestramento di giugno.  La seconda (La Via) ha dalla sua l’esperienza.  Oltre alla finale raggiunta a sorpresa lo scorso anno, è stata impegnata anche a Fucecchio, Castiglion Fiorentino e Bientina.  E proprio sul difficile tracciato di Bientina è stata montata, entrambe le volte, da Alessandro.  Pur senza mai riuscire a raggiungere la finale.  Al netto della buona esperienza maturata, che potrebbe compensare alcuni errori di gioventù del Cersosimo, finora non ha impressionato.  Ma ad onor del vero non è mai finita in mano a fantini di primo piano.  La sua prova astigiano di luglio è molto lineare.  Alla mossa esce bene, ma in fondo al rettilineo in tre le girano davanti.  Resta precisa per i successivi tre giri, tenendo largo l’interessante Spartaco da Clodia (montato da Topalli).  Cersosimo difende la 3° posizione fino agli ultimi metri, poi non sembra interessato a competere in una simil-volata per la piazza d’onore con Topalli e chiude 4°.  Sono due soggetti diversi.  Forse non potranno impensierire i favoriti, ma entrambi hanno caratteristiche utili per il Palio che verrà.  Attenzione a non sottovalutare la carta dell’esperienza, (soprattutto rispetto al tracciato di Piazza Alfieri), che può essere una caratteristica importante al momento della scelta.

 

 

17)     San Paolo

Fantino: Enrico Bruschelli detto “Bellocchio”

Stalla: Terribile da Clodia, Ultimo, Superbia de Sedini, S’othieresu, Sempre in Piedi

 

Aver vinto un Palio nel 2015, il quinto della propria storia, aiuta ad affrontare l’immediato futuro con maggiore serenità.  Alla luce di quanto detto, si può capire e condividere la scelta dell’allora Rettore, Alessandro Franco, di scommettere su un profilo giovane come quello di Enrico Bruschelli, piuttosto che puntare sul rilancio di Gianluca Fais (per un periodo accostato al Rione giallorosso), ormai ai margini del contesto paliesco continentale.  La tranquillità è stata rotta un mese fa, con l’annuncio delle dimissioni di Franco dalla carica di Rettore.  Il suo successore però ha confermato Bellocchio, proseguendo sulla strada tracciata nei mesi precedenti.

Bellocchio non è un fantino che convince appieno.  È facile pensare che il suo esordio precoce sia dipeso più dalle influenze paterne che dai risultati raggiunti sul campo.  Soprattutto in un periodo in cui i giovani faticano a ritagliarsi uno spazio sul tufo senese.  Resta comunque un ragazzo di soli 23 anni, con alle spalle già una buona esperienza in contesti importanti.  Volendo puntare sui giovani, nemmeno un nome così fuori contesto.  L’inesperienza non è più un alibi.  Gli manca la giusta fame.  E questa non è cosa che si impara.  L’anno scorso ha saltato l’appuntamento astigiano per l’infortunio riportato pochi giorni prima, nel Palio di Castel del Piano.  Quest’anno Fucecchio lo ha lasciato a piedi, dopo tre apparizioni consecutive e due finali raggiunte.  Si è consolato vestendo il giubbetto gialloblù di San Giacomo a Ferrara, in un Palio però senza infamia né lode.  Asti sarà un momento importante per il futuro di Bellocchio, che dovrà iniziare a muoversi con le proprie gambe per sopravvivere nel mondo paliesco nel prossimo futuro.

Parco cavalli ampio, quello a disposizione di San Paolo.  I primi ad essere valutati sono stati Superbia de Sedini e Ultimo.  La prima, protagonista di una corsa lineare e ordinata, pur senza grandissimi sussulti, è apparsa decisamente migliore del collega di stalla.  Ultimo infatti è partito in sordina, accodandosi al due di testa composto da Chiavassa e Cersosimo, e all’inizio del secondo giro è stato richiamato (scelta o noia fisica?).  La stalla si è ampliata dopo la prima riunione di giugno.  Alla prima coppia di soggetti, che ha dato risposte interlocutorie, senza entusiasmare particolarmente, si è aggiunto un trio di cavalli interessanti.  Partiamo da Sempre in Piedi, cavallo da seguire, a cui però manca qualcosa per essere vincente dove la posta è più alta.  Nel 2016 ha corso un Palio di Fuecchio: nervoso, impegna il povero Andrea Coghe tra i canapi e approfitta di una caduta per entrare in finale.  Quest’anno è andato in finale a Buti, montato molto bene dal giovane Simone Fenu, dopo che non era riuscito a centrarla l’anno precedente con il più esperto Nappa II.  A qualche mese di distanza non si ripete sulla spiaggia di San Vincenzo, venendo meno sul rettilineo di ritorno.  Male anche a luglio nelle corse allo Stadio: difficile stare al passo di Unico e Uron, ma avremmo voluto vedere di più da lui.  La vittoria a Pian di Scò ad inizio agosto (montata proprio da Enrico) dà morale all’accoppiata, ma può essere particolarmente significativa.  Altro soggetto da non sottovalutare è S’othieresu.  Ha già calcato il tufo di Piazza del Campo e stuzzica l’interesse di alcuni addetti ai lavori.  Le corse di luglio non sono riuscite a dare ulteriori informazioni, perché disputa una batteria incolore, rimanendo comodo nelle retrovie per l’intera corsa.  Alla fine a pagar di più l’occhio è Terribile da Clodia, impegnata nella prima batteria di luglio.  Esce bene e tiene la testa del gruppo per due giri interi.  Poi viene ripreso in mano da Bellocchio e lascia i compagni di scuderia Mari e Mula a giocarsi il successo.  Per chi osserva dall’esterno, le riunioni di giugno e luglio non sono servite a definire una gerarchia interna alla stalla giallorossa.  Anzi, potrebbero aver sollevato qualche dubbio sulle potenzialità delle possibili accoppiate a disposizione del Rione.  Le aspettative che ancora rimangono attorno al profilo di Bellocchio, rendono San Paolo un possibile outsider per settembre.  Il lotto dei 21 cavalli (e di alcune riserve), quest’anno tendente davvero verso l’alto, ci porta comunque a includere il Rione in questa terza fascia.

 

 

16)     Viatosto

Fantino: Alessio Migheli detto “Girolamo”

Stalla: Audace da Clodia, Viky Fortuna

 

Non un ruolino di marcia invidiabile, quello di Viatosto, nell’ultimo periodo.  Solo due finali nell’ultima quindicina di anni.  L’ultima nel 2014 grazie a Batticuore.  Il Borgo arriva da un Palio deludente, chiuso all’ultimo posto in batteria con cavallo scosso.  Poche le responsabilità del giovane Salvo Vicino che all’ultimo istante si è trovato a sostituire un nome ingombrante come quello di Andrea Mari, senza però avere a disposizione un cavallo di livello.

Incassata la delusione del mancato ingaggio di Brio a poche ore dal Palio 2017, il Borgo biancazzurro ha deciso di cambiare rotta, affidandosi a un fantino affermato e in cerca di rivalsa come Alessio Migheli.  La sliding door di Girolamo è stata sicuramente il Palio di Provenzano del 2014, quando un infortunio alla prima prova lo ha fatto scendere da Oppio, vincente da lì a pochi giorni con Albertino Ricceri nel Drago.  Da qualche tempo ha perso il posto in Piazza del Campo, ma ha continuato a riscuotere consensi in terra estense.  A Ferrara infatti è rimasto un punto fermo, grazie al trittico di vittorie tra il 2013 e il 2016.  Non così nelle altre Piazze importanti.  Si è rimboccato le maniche ed è ripartito dal basso, Girolamo.  Quest’anno ha fatto Monticiano e Bientina.  I risultati però non sono arrivati e adesso Asti è l’ultima grande occasione dell’anno per tornare sotto la luce dei riflettori.

Il parco cavalli non sembra in grado di portarlo in finale.  A meno di qualche piccolo aiuto della dea bendata.  Audace da Clodia il motore ha dimostrato di averlo, come testimoniano le 5 vittorie (su 16 apparizioni) in ippodromo, dove ha saputo mettere in riga alcuni dei probabili protagonisti del prossimo Palio.  Bisogna capire quale sarà il suo posto nelle gerarchie paliesche con l’introduzione di alcune variabili: canapo, traiettorie più strette, e bagarre.  La pista dello Stadio Censin Bosia ne introduce solo una, il canapo.  Le curve hanno un raggio di curvatura più simile a quello di un ippodromo che di un Palio (tolto Piancastagnaio), figuriamoci in confronto alle traiettorie richieste per affrontare Piazza Alfieri.  In batteria con due cavalli di primissimo livello viene messo in secondo piano.  Al via accusa subito un gap importante con Umatilla e Tiepolo, probabilmente letale se dovesse succedere in Piazza.  Con un terzo giro importante (del motore dicevamo già in apertura) rientra su Umatilla (ripresa in mano da un Tittìa già soddisfatto) e chiude al secondo posto.  Tuttavia non basta a fargli scalare, in partenza, ulteriori posizioni.  L’altro soggetto presentato è Viky Fortuna.  A giugno è stato battuto da Uron (probabile 1° scelta di San Lazzaro) e Bomario da Clodia (vincitore della passata edizione e ad oggi asso nella manica di San Secondo), rispetto ai quali sembrava comunque avere una marcia in meno; a luglio invece finisce 5°, dietro a cavalli di minor blasone (anche se pur sempre interessanti) rispetto a quelli citati in precedenza.  In stagione hanno ottenuto risultati simili e probabilmente i due soggetti rimarranno in ballottaggio fino all’ultimo.

 

 

15)     Montechiaro

Fantino: Andrea Chessa detto “Nappa II”

Stalla: Uan King, Tue Sola

 

Il Comune di Montechiaro ha raggiunto la finale in sole tre occasioni dal 2002 ad oggi (l’ultima con Martin Ballesteros nel 2014), e gli ultimi tre Palii sono andati male nonostante la dirigenza si sia affidata a profili sempre diversi fra loro, con alle spalle un certo bagaglio di esperienze in Piazza del Campo.  Da Alessio Migheli, nel 2015, ad Andrea Chessa, lo scorso anno.  Nel mezzo un tentativo con Carlo Sanna, concluso col medesimo risultato negativo.

Quest’anno Montechiaro punta di nuovo su Nappa II, tornato a sorpresa sul tufo senese per il Palio del luglio scorso, dove ha potuto sfoggiare il proprio talento difensivo.  Una marcatura a uomo asfissiante che ha soddisfatto la Contrada ma che ha spaccato in due l’opinione degli addetti ai lavori.  Dopo sei partecipazioni in Piazza Alfieri, Andrea non è ancora riuscito a raggiungere la prima finale.  Non la migliore premessa in vista del Palio 2018.  In stagione, oltre a Siena, Nappa II ha montato a Bomarzo, Ferrara e Castiglion Fiorentino. Tutte Piazze gradite al fantino di Orosei, che in questi comuni ha saputo ritagliarsi il suo personale angolo di cielo.  Al suo palmarès manca un risultato importante nelle principali Piazze della penisola e, in una stagione finora avare di soddisfazioni, si dovrà giocare tutte le sue ultime fiches proprio sul Palio astigiano.

Veniamo ai cavalli.  Andrea dovrebbe puntare su Uan King, quasi omonimo del grigio di Carlo Sanna, vincente lo scorso maggio in Buca a Fucecchio.  Dopo aver partecipato alla Tratta del Palio di Fucecchio, il grigio avrebbe dovuto fare da back-up alla più quotata Tempesta da Clodia nel Palio di Ferrara, prima di venire escluso per scelta dei veterinari.  Nappa II lo scorso anno scelse proprio Tempesta per correre in Piazza Alfieri, formando un’accoppiata interessante in linea teorica ma deludente sul campo.  Uan King è stato testato a luglio in una batteria molto impegnativa, che lo ha visto misurarsi contro altre due prime scelte del calibro di Uron (con Gingillo per San Lazzaro) e Unico de Aighenta (con Chiavassa per Baldichieri).  Interessante il suo spunto alla mossa, ma in campo aperto Unico dimostra di avere una marcia in più.  Alla lunga subisce pure l’imperioso ritorno di Uron. Si ha però la sensazione che Nappa II chiuda leggermente il gas alla fine del secondo giro, pago delle risposte date fin lì dal cavallo, facilitando rimonta del fantino di San Lazzaro.  Tuesola, cavalla di Federico Giobbe, dovrebbe essere ad ora la seconda scelta.  A luglio si è vista per un giro.  Comanda la mossa insieme al Pusceddu e da posizione esterna tiene il passo del battistrada Nefertiti fino a quando ripassa davanti alla tribuna coperta.  Poi Nappa II la richiama, lasciandosi superare dal ritorno di Sebastiano Murtas con Uccel di Bosco.  In una batteria poco competitiva (ci si aspettava di vedere qualcosa di più da Uragano Rosso ma per lui è stata una sgambata) non emerge.  È stata solo pretattica o in effetti vi è un divario tra i due soggetti della stalla biancoceleste?