9 domande per non arrivare impreparati al Palio di Asti 2019, che quest’anno porta in dote tante novità, come sempre un parco cavalli di tutto rispetto, ed almeno tre concrete candidate alla vittoria finale.

1. Come cambierà il Palio 2019, con l’esclusione dei Comuni e le batterie sorteggiate il giovedì sera?

L’argomento non è dei più semplici, e per dei forestieri è un campo in cui avventurarsi con i piedi di piombo. Il desiderio di ridurre il Palio ad un affair da risolversi all’interno dei confini cittadini non è peregrino, o perlomeno così sembra a degli osservatori esterni. Come sensata è pure l’idea di sfoltire il numero delle contendenti. Portandole da 21 a 14, il nuovo Palio dovrebbe essere più manovrabile. Discutibile invece il tempismo. Modifiche così profonde e sostanziali – anche se si parla di un esperimento solo per quest’anno – meritano di essere affrontate con un orizzonte temporale perlomeno a medio termine, per evitare di lasciare progetti e collaborazioni a metà. Ma non ci interessa entrare in una polemica che non ci appartiene. Grazie a questa nuova configurazione, i Comitati potranno fare politica paliesca consci di avere un maggiore peso specifico. Il contestuale aumento, in percentuale, dei partecipanti alla finale (da 3 a 4 per ogni batteria), riduce inoltre – leggermente – le incognite legate al superamento delle singole batterie. Rimangono le incognite legate ad un Palio corso su batteria e finale – finché non ci si trova tra gli otto finalisti le chiacchiere invernali valgono poco -, ma la nuova formula, con l’estrazione prevista per il giovedì, le ha leggermente ridotte. Adesso è più difficile nascondersi: ogni accoppiata dovrebbe scendere in Piazza cullando ambiziosi sogni di gloria. Un bene per lo spettacolo. Almeno così sembra. 

2. Da chi ripartirà la rincorsa al Palio 2019?

La recente separazione tra Andrea Mari e San Secondo ha rimescolato le carte in tavola. Nonostante un percorso di avvicinamento opaco – tanto da sollevare i dubbi di alcuni addetti ai lavori – la coppia Brio Bomario avrebbe ancora stuzzicato la fantasia di tanti.  L’addio del fantino senese e del primo anglo arabo vincitore in Piazza Alfieri, fa scendere leggermente le quotazioni del Rione biancorosso.  Anche se Topalli è un avversario da non sottovalutare mai.  A nostro avviso la rincorsa al Palio 2019 ripartirà dalle finaliste dello scorso anno che hanno saputo dare più continuità alle buone scelte del passato, puntando sulle accoppiate del 2018.  Parliamo di Cattedrale e Don Bosco.  I biancazzurri pare non abbiano dubbi sulla loro prima scelta, Ribelle da Clodia, 2° dopo un bellissimo Palio in rimonta lo scorso anno. Il cavallo ci piace molto e potrebbe essere pronto alla definitiva consacrazione. Il Rettore Marco Scassa e i suoi uomini invece potrebbero sciogliere i dubbi solo a ridosso della corsa, con il promettente Vanadio da Clodia ad insidiare la titolarità dell’ormai esperta Umatilla. Non una scelta scontata quella di Tittìa, che comunque vada domenica si ritroverà con una riserva di lusso. Ha confermato solo il proprio portacolori, ma va aggiunta comunque al novero delle favorite anche Tanaro, altra finalista dell’edizione passata. Il Borgo guidato da Thomas Neri, tra quelli in evidenza 365 giorni fa, fin da subito era apparso come quello con i maggiori margini di miglioramento, pur senza nulla togliere all’ottima prestazione di Portorose. Altre dirigenze avrebbero cercato la monta “di nome” da associare a un primo cavallo come Calliope, ma non sembra essere questo lo stile del Borgo 3T, che in Sandro Gessa – con il quale ha creato un rapporto forte e duraturo – non vede nulla in meno rispetto ai colleghi più quotati. Difficile ci sia spazio per un altro outsider a queste latitudini, ma attenzione a non prenderlo in considerazione.

3. Chi invece è riuscito a colmare il gap con ingaggi mirati?

In linea generale ci sono stati pochi stravolgimenti. Solo San Silvestro, Santa Caterina e San Paolo hanno cambiato in toto la loro accoppiata, accantonando i progetti in corso l’anno precedente.  Le altre realtà – di alcune vi abbiamo già parlato – hanno deciso per la continuità, introducendo piccole modifiche soprattutto in relazione ai nomi delle riserve da presentare.  Di queste, solo la Torretta ha continuato a credere nel cavallo, Tiepolo, cambiandone l’interprete, con Silvano Mulas a sostituire Bighino.  Gli altri hanno invece dato credito ai loro fantini, preferendo rivoluzionare la stalla piuttosto che cambiare portacolori.  Tanaro ha chiuso il colpo migliore, portando a casa Calliope, ma – arrivando da una stagione estremamente positiva – il gap da colmare era minore.  San Lazzaro invece continuerà con Gingillo e con il suo percorso di sperimentazione.  Via Uron, incapace di raggiungere la finale nel 2018, e dentro il solo Sharm d’Oc (Tarocco, eventuale riserva, è stato bocciato dai veterinari).  Tra gli ingaggi in grado di cambiare gli equilibri, oltre a Red Riu a Viatosto, possiamo citare: l’arrivo del Pusceddu in Santa Caterina, il ritorno di Voglia in Piazza Alfieri per Torretta, e la nuova accoppiata di San Paolo. Se Torretta già lo scorso anno partiva estremamente competitiva, un bel passo avanti lo compie la nemica, che si aggiudica i servigi di uno dei migliori interpreti della Provincia per dimenticare il brutto Palio di Simone Mereu con La Gioconda (una partente, che nel 2018 costretta a muovere dalla seconda fila ha avuto poco da dire).  Portandosi in stalla il cavallo di scuderia Topalli, Viatosto risponde nel migliore dei modi al Dream Team confezionato dalla rivale Don Bosco.  L’accoppiata più stuzzicante, e in prospettiva il miglior upgrade rispetto ad un anno fa, è però quella di San Paolo. Folgorati sulla via di Damasco, i giallorossi interrompono il rapporto infruttuoso con Enrico Bruschelli e si accaparrano l’outsider Federico Arri. Per completare la squadra ci sarà Briccona da Clodia, cavalla finora sottovalutata ma affidabile e di qualità, capace di portare in finale sia Dino Pes per Cattedrale (5° scossa nel 2017) sia Antonio Siri per San Damiano (concluso nelle retrovie nel 2018). Un investimento che faticherà a pagare i dividendi già quest’anno, anche se ce li aspettiamo in finale, ma ottimo sul medio-lungo periodo.

4. Cosa aspettarci da Adrian Topalli e Red Riu, per la prima volta ad Asti?

Da qualche anno il fantino tosco-albanese si sta mettendo in mostra, raccogliendo risultati in piazze via via più importanti.  Finora Asti lo ha ignorato, ma quest’anno sarebbe stato difficile fare altrettanto.  Eppure, nonostante le 4 affermazioni stagionali di Adrian, fino a pochi giorni fa era destinato ancora una volta a guardarsi la corsa dal divano di casa.  Il repentino divorzio tra Andrea Mari e San Secondo ha invece aperto uno spiraglio, con la dirigenza biancorossa brava a coraggiosa a puntare su di lui per rimpiazzare uno dei primi tre nomi del panorama paliesco.  Brio infatti è uno dei migliori fantini in circolazione sia sotto l’aspetto qualitativo, sia sotto quello prettamente tattico e strategico, rappresentando spesso uno snodo ineluttabile della politica paliesca tanto a piedi quanto al canapo.  Ma il fantino senese ha una comfort zone limitata, e al di fuori di un contesto estremamente competitivo e di condizioni al contorno costruite sulle sue esigenze, il suo valore aggiunto può trasformarsi in un limite.  Con Adrian Topalli invece il Rione del Santo si tira fuori dai tradizionali rapporti di forza che regolano l’universo paliesco e guadagna in flessibilità ed imprevedibilità.  Topalli fornisce infatti più opzioni, che spaziano dalla vittoria ad un Palio prettamente difensivo.  Resta il rammarico di non poterlo vedere all’opera con uno dei soggetti della sua stalla, ma se il feeling con Unico de Aighenta dovesse funzionare, l’accoppiata biancorossa si trasformerebbe presto in una mina vagante, mediaticamente meno chiacchierata di quella formata da Brio e Bomario, ma ugualmente pericolosa.  Un’altra presa interessante è quella di Viatosto, che risponde ad una nemica estremamente agguerrita con l’ingaggio di Red Riu, quest’anno già vincitore a Fucecchio, Castiglion Fiorentino e Feltre.  Un ruolino di marcia invidiabile per il prodotto di casa Topalli, che ad Asti si confronterà con un lotto competitivo e di alto livello.  Lo interpreterà Alessio Migheli, fantino in cerca d’autore dopo qualche stagione storta.  L’annata di Girolamo finora è stata positiva, e la motivazione per fare bene non gli mancherà di certo.  A Fucecchio è stato sfortunato, trovandosi di rincorsa – ed in una Contrada poco motivata a bissare il successo dell’anno precedente – con uno tra i primi cavalli del lotto.  Ad Asti potrà approfittare di una batteria senza la rivale per provare a conquistare una finale alla sua portata, e una volta lì affidarsi alle potenzialità del cavallo per sognare un Palio che non sia solo difensivo.

5. Chi non avrà margine d’errore?

Per rispondere alla domanda abbiamo preso in considerazione quei Borghi o Rioni che hanno investito su nomi importanti e che per motivazioni interne, anni di digiuno o delusioni passate faticherebbero a digerire un’altra stagione al di sotto delle aspettative. A nostro avviso, Cattedrale e San Pietro corrispondono all’identikit. I primi arrivano da un triennio con Dino Pes in cui gli ottimi risultati raggiunti non hanno saputo lenire la cocente delusione del Palio sfumato nel 2016. Un climax ascendente, fatto di tre finali raggiunte con tre soggetti diversi (nel 2016 ancora con i purosangue), culminato con il 2° posto in rimonta dello scorso anno. Migliorarsi ancora è difficile, ma non farlo sarebbe deludente, considerata un’attesa che matura dal lontano 1977. Sulla carta ci sono tutte le premesse per fare bene, sperando che alcune rivalità al canapo annullino un paio di potenziali rivali. Ribelle però non ha compiuto (ancora!) il salto di qualità che ci saremmo aspettati lo scorso anno. Non l’abbiamo visto a Buti e a metà agosto ha perso nuovamente sulla pista di Piancastagnaio da un avversario (Ultimo Baio) che potrebbe ritrovare domenica tra i canapi. Inoltre Dino Pes arriva da una stagione complicata, che lo ha visto uscire sconfitto dalla rivale sia a Legnano sia a Piancastagnaio. San Pietro, dal canto suo, attende dal 1984 e nell’ultimo periodo ha faticato a ritagliarsi persino un posto in finale. L’esito degli ultimi Palii è stato deludente. Nemmeno l’inizio del rapporto con Carlo Sanna nel 2017 ha portato una finale che inizia a mancare da troppo tempo. Bisogna dire, per onestà intellettuale, che nei due anni passati il Borgo rossoverde non è mai riuscito a montare il soggetto preparato per tutta la stagione, intralciati dal repentino passaggio agli anglo-arabi prima, e dall’infortunio di Quan King poi. Brigante, dopo un 2018 opaco, ha provato fin dalle prime uscite primaverili a dare una svolta alla sua carriera in Provincia. A Fucecchio e Legnano è riuscito ad invertire il suo trend negativo, guadagnandosi in entrambe le occasioni la finale. Dopo la buona prova di Uired a Fucecchio, e l’arrivo in stalla di Forban du Pecos, le quotazioni di San Pietro sono salite vertiginosamente, fino a diventare una seria candidata per il successo finale. Sarà però un Palio delicato, decisivo non solo per la dirigenza rossoverde ma anche per le ambizioni di Carlo Sanna in Provincia.

6. Rispetto alla stagione passata, Bighino e Tremendo avranno a disposizione una stalla meno chiacchierata.  Si preparano a un Palio ridimensionato, o si stanno semplicemente avvicinando a fari spenti?

Probabilmente lo scorso anno Bighino e Tremendo disponevano delle due migliori stalle del Palio di Asti. Un ragionamento puramente teorico, che partiva dalla bontà dei due soggetti di punta, rispettivamente Tiepolo e Preziosa Penelope, e proseguiva con le seconde scelte a disposizione. Valter Pusceddu, allora portacolori della rivale Torretta, portò Uragano Rosso come riserva, ma durante la stagione aveva sempre avuto in Bonantonio da Clodia (con cui aveva corso un bel Palio di Piancastagnaio poche settimane prima) un’alternativa di lusso. Un imbarazzo della scelta che non avrà invece oggi, soprattutto dopo l’esclusione alle previsite di Shamera, comunque poco brillante a fine luglio sulla pista di Bientina.  L’acuto di Ultimo Baio (lo scorso anno in lizza fino all’ultimo con Portorose per difendere i colori di Tanaro) poche settimane fa a Piancastagnaio ha però riportato improvvisamente l’attenzione sull’accoppiata di Santa Caterina. Continua a viaggiare invece a fari spenti Francesco Caria. Del nutrito e interessante gruppo dello scorso anno è rimasto solo Rodrigo Baio (visto ad Agosto 2018 a Siena), che probabilmente farà da riserva a Stallinek.  Il probabile titolare di San Martino-San Rocco è stato impegnato quest’anno a Ferrara con Enrico Bruschelli, destando comunque buone impressioni. È un soggetto più affidabile di quel che si crede ma meno impattante a livello mediatico di Preziosa Penelope e Queen Winner (entrambe passate alla corte di Andrea Mari in inverno), e privo pure di quelle aspettative montate lo scorso anno attorno a Ubert Spy dopo lo strabiliante esordio primaverile a Fucecchio. Lo scorso anno è stato deludente per entrambi, non è detto che questo avvicinamento in sordina non possa invece portare vantaggi ai rispettivi comitati. Con le attenzioni rivolte altrove, due fantini di esperienza come loro potranno sicuramente approfittarne. Sempre che non si mettano a litigare tra loro…

7. Vanadio da Clodia e Forban du Pecos hanno creato grandi aspettative negli addetti ai lavori e nei propri contradaioli.  Sapranno rovesciare le gerarchie interne delle relative dirigenze?

I colpi ad effetto di questo paliomercato estivo sono sicuramente loro: Vanadio da Clodia (4 anni), ennesimo prodotto a marchio Narduzzi, e Forban du Pecos (5 anni), targato Scuderia Milani. Due regolaristi prestati alla Provincia, con il neo-acquisto di Don Bosco capace di vincere le prime sei corse disputate in ippodromo, macchiando il percorso immacolato del 2018 con un solo 2° posto. Forban, di un anno più anziano del collega, ha avuto un esordio meno brillante in Francia, ma va considerato il diverso contesto dell’ippica transalpina. Appena sbarcato in Italia si è presentato con due successi a Follonica per chiudere in bellezza il 2018. Praticamente sempre montato da Gavino Sanna, ha centrato altri tre successi (su 5 apparizioni) nell’ippodromo toscano, stuzzicando sempre più l’interesse degli addetti ai lavori. In tanti già li danno per titolarissimi all’interno dei rispettivi gruppi di lavoro, ma per noi non è un fatto così scontato. Hanno maturato poca esperienza paliesca, e quando sono stati impegnati a pelo hanno sempre assaggiato percorsi piuttosto scorrevoli. Tutto l’opposto di Piazza Alfieri. Umatilla e Uired possono dare maggiori garanzie, anche in virtù di alcuni risultati già ottenuti e del maggior feeling che i rispettivi fantini hanno con loro. Dettaglio non trascurabile in mezzo alle tante insidie che un Palio porta in dote. Considerando che finiranno in mano a Tittìa e Brigante, due fantini di mestiere e qualità ma poco inclini a lasciare le proprie personali certezze per sperimentare strade nuove, ci aspettiamo di vedere loro – al canapo – a difendere i colori di Don Bosco e San Pietro. Se così fosse, merito comunque alle rispettive dirigenze per aver tolto alle rivali delle importanti alternative, in caso contrario dobbiamo iniziare a pensare di trovarci davvero di fronte a dei potenziali crack. Aspettiamo con ansia domenica per capire come si evolveranno le rispettive vicende.

8. Cosa ci dice il sorteggio di giovedì sera?

Il sorteggio anticipato è una delle novità introdotte quest’anno.  Un’opportunità per le dirigenze, che proveranno a sfruttare al meglio gli ultimi tre giorni per affinare le rispettive strategie.  L’estrazione ha concentrato nella seconda batteria le nostre tre accoppiate preferite, con Tanaro che potrebbe patire la presenza al canapo della nemica.  Non sarà l’unica rivalità presente però, dal momento che la sorte ha voluto accoppiare anche San Pietro, mai come quest’anno candidata al raggiungimento perlomeno della finale, e Santa Maria Nuova, con un Bruschelli pericoloso qualora decidesse di vestire i panni del killer.  Queste dinamiche rendono – a nostro avviso – la seconda batteria quella più complessa e ostica, oltre ad essere anche quella che garantirà ai cavalli il minor recupero in vista della finale.  Anche le batterie apparentemente più semplici possono però nascondere delle insidie.  Nella prima, Torretta e Santa Caterina sono due ottime candidate al raggiungimento della finale, sempre che non decidano di ostacolarsi già in questa fase.  Tra i cavalli si deve fare attenzione a La Via da Clodia (San Marzanotto) e Briccona da Clodia (San Paolo), finora sempre in finale nei due Palii corsi.  Mentre le incognite rappresentate dai soggetti di San Lazzaro e San Silvestro non è detto che non possano in tempi brevi trasformarsi in piacevoli sorprese.  Per concludere, un sorteggio che permette a 3 rivalità su 4 di svilupparsi fin dalle prime fasi, e che con una prima batteria avara di nomi altisonanti lascia più di uno spiraglio aperto a potenziali outsider.  Non saremmo stupiti di assistere a ribaltoni e rimescolamenti difficili da ipotizzare alla vigilia.

9. Quali sono le favorite, chi si giocherà l’accesso alla finale e chi vincerà: insomma, il solito pronostico secco.

Purtroppo Moncalvo non potrà scendere in Piazza per difendere il Palio vinto lo scorso anno.  Un peccato visto che sarebbe stato un pronostico facile.  La storia infatti ci racconta di un Comune abbonato alle vittorie in successione, come nel biennio ’88-89 con Bucefalo o come pochi anni più tardi (’94-95) con Truciolo.  Fossero tornati al canapo in un Palio unico, confermando lo stesso fantino, avremmo saputo chi indicare.  Scherzi a parte, le nostre favorite ruotano sempre intorno ai nomi già fatti in precedenza, anche se – come detto – la composizione delle batterie suggerisca almeno un paio di colpi di scena.  Ecco quindi il nostro pronostico, che segue i pensieri sviluppati nel corso del pezzo, ma che si lascia influenzare anche da alcune sensazioni personali.  Dalla prima batteria ci aspettiamo che escano Torretta, Santa Caterina e San Paolo, con Viatosto leggermente in vantaggio sulle altre tre accoppiate.  Nella seconda ci aspettiamo invece qualche colpo di scena in più, che volendo azzardare potrebbe proprio essere l’esclusione – nel caso rumorosissima – di Tanaro, intrappolata nella ragnatela di un Adrian Topalli finalmente protagonista anche qui.  In finale quindi ipotizziamo Cattedrale e Don Bosco, con San Martino-San Rocco che potrebbe approfittare dei problemi altrui.  Grande incertezza invece per il quarto posto.  Molto dipenderà da come le nemiche interpreteranno le rispettive rivalità.  In finale ci piacerebbe vedere trionfare, dopo tanta sfortuna, Dino Pes e Cattedrale.  Se invece volete un’opzione meno mainstream, tenete d’occhio la Torretta e la voglia di tornare protagonista di Silvano Mulas.