Il 2019 sarà un altro anno all’insegna degli outsider e delle sorprese, o torneranno in auge i grandi big del panorama paliesco? Per non rimanere a bocca aperta di fronte al prossimo coupe de theatre, abbiamo raccolto in questo articolo gli 8 nomi – 4 fantini e 4 cavalli – che quest’anno vi suggeriamo di tenere d’occhio. Nomi scelti perché da loro ci si aspetta un ulteriore salto di qualità, perché si spera di vederli finalmente emergere, perché arrivano da una stagione opaca e hanno bisogno di riscatto, o magari anche solo perché abbiamo un debole per loro. Abbiamo unito la nostra opinione a quella dei più importanti giornalisti del settore per darvi un quadro a 360° delle sensazioni che oggi permeano l’universo paliesco.

Le scelte, ovviamente, si basano su criteri soggettivi. Se non trovate, nemmeno tra le varie postille, qualcuno dei vostri pupilli, segnalatecelo nei commenti e ve ne saremo grati.

Eleonora Mainò – “Il Verrocchio e Radio Siena TV”

Fa strano scrivere di mezzosangue per un blog di amici che ancora corrono con i puri, ma per cause di forza maggiore ormai nel giro del palio abbiamo assistito a questa globalizzazione a cui, ancora, solo Legnano resiste.  Impossibile non ripartire dai “da Clodia” e, mi ripeto, punto su Ribelle, cavallo che nel 2018 ci ha fatto vedere una crescita tale di passo in passo da far solo ben sperare in questo ’19, e subito dietro di un muso Calliope.  La Provincia ha bisogno di un ricambio, e Ribelle ad ora – e Buti a giorni potrà darne conferma – sembra il predestinato a raccogliere lo scettro di Bomario e Bonantonio, un cavallo cioè per tutte le stagioni.  Tiepolo lo lascio fuori, con la speranza da senese di vedergli completare l’addestramento e godermelo sul tufo.

Sugli uomini un nome, Adrian Topalli, sempre lui.  E non voglio toglierlo alla mia cara Denise Cei, ma credo che il suo Palio debba essere pronto a vederlo anche con altre giubbe, e da lì in poi lanciarlo definitivamente senza più puzza sotto il naso.  Quello che vale ce lo ha fatto vedere in questi anni.  Ho poi promesso una postilla agli amici legnanesi: è Giuseppe Zedde, Gingillo: squalificato a Siena avrà tutto il tempo e il modo, più di sempre, per emergere in piste come Fucecchio, Legnano, Piancastagnaio, Asti e Castel del Piano, a lui congegnali e familiari, e da lì preparerà il suo ritorno a Siena nel 2020.  Teniamolo d’occhio.

Massimo Elia – “La Nuova Provincia – Asti”

Non è mai facile lanciarsi in previsioni su quello che potrà essere, in ottica futura, il rendimento di un cavallo nei Palii e nelle corse in provincia. Bisogna forzatamente basarsi su quanto i vari esemplari hanno mostrato nella stagione precedente, evidenziando, in prospettiva, potenzialità sviluppabili e buoni margini di crescita.  Un cavallo che nel 2019 potrebbe fare davvero bene è Ribelle da Clodia, per la sua completezza e adattabilità a tutti i tipi di pista e alle diverse distanze. Dovrà soltanto migliorare nelle fasi della mossa: se riuscirà ad uscire dai canapi con maggior rapidità diventerà sicuramente il rivale più accreditato dei vari Bomario, Tiepolo, Briccona, Umatilla, Spartaco, Portorose, Preziosa Penelope…  Volendo però spendere un nome quale sorpresa della stagione, Ubert Spy è quello che maggiormente incuriosisce e calamita la mia personalissima attenzione.

Capitolo fantini: nessun dubbio.  Il 2019 sarà l’anno della consacrazione per Carlo Sanna, detto Brigante, reduce da una stagione in chiaroscuro e voglioso di riscatto.  Facile ipotizzarlo protagonista già a Fucecchio e ancor più a Legnano.  Il buon rapporto che lo lega ad almeno quattro Contrade che correranno a Siena a luglio e a ben cinque protagoniste ad agosto induce a pronosticare nel 2019 il suo secondo successo in carriera sotto la Torre del Mangia.  Bene ha fatto San Pietro a confermarlo ad Asti per il terzo anno consecutivo, nonostante due precedenti apparizioni non brillantissime.

Francesco Zanibelli – “La Voce del Palio”

Per quanto riguarda il cavallo, un nome: Tiepolo. La scuderia di Fabio Fioravanti rappresenta un’assoluta garanzia per quanto riguarda le corse a pelo e i Palii. Dopo i plurivincitori Bonantonio da Clodia e Bomario da Clodia, parliamo dunque di questo baio a fondo inglese nato nel 2012 dallo stallone Demmon e dalla fattrice Mai Come Lei. Proveniente dall’allevamento di Sebastiano Cherchi, nel 2015 all’età di tre anni ha corso con profitto negli ippodromi di Chillivani e Sassari collezionando 1 vittoria e 7 piazzati su 13 corse disputate. Dopo il suo arrivo in terra senese, si è messo in grande evidenza in occasione della Tratta del Palio di Fucecchio nel 2017. Venne scelto e andò in sorte alla Contrada Sant’Andrea vincendo un grandissimo Palio montato da Gavino Sanna. Nello stesso anno corse ad Asti per i colori di Torretta montato da Valter Pusceddu ma la vittoria sfumò per poco. Lo scorso anno ha corso di nuovo ad Asti, sempre per i colori di Torretta ma è stato eliminato in batteria. Nel 2018 ha corso anche a Feltre mentre in Piazza del Campo si segnalano tre presenze alle Prove di Addestramento Mattutine.

Veniamo al fantino. Federico Guglielmi è un nome conosciuto per chi segue le corse a pelo. Nonostante la giovane età infatti vanta giù numerose esperienze in molti Palii italiani. Nato a Siena nel 1995, esordì in Piazza del Campo all’età di 18 anni in occasione delle Prove di Addestramento Mattutine del Palio del 2 luglio 2013 montando Quieroz. Ha girato molte scuderie, tra cui ricordiamo quelle di Giuseppe Zedde e di Dino Pes, ma da alcuni anni ha deciso di mettersi in proprio: prima in Via di Monastero Basso a Siena e poi a Rapolano Terme, dove si trova attualmente. Come abbiamo detto vanta già alcune esperienze in diversi Palii come Legnano, Bomarzo e Mordano. Lo scorso anno è arrivata forse la soddisfazione più grande: l’esordio con un giubbetto a Siena. In occasione infatti della prima prova del Palio del 16 agosto 2018 la dirigenza della Lupa lo ha scelto per la prima prova su Porto Alabe.

Il nostro parere – “Oltre la Mossa”

Completiamo questa breve lista indicando un soggetto purosangue. Fin dalle prime apparizioni a Pian delle Fornaci, è stato C.L. (Scarface per i legnanesi, 5 anni, altro cavallo di Valter Pusceddu, riserva de La Flora lo scorso anno) a pagare più di tutti l’occhio di chi scrive. Secondo noi potrebbe diventare davvero il cavallo da battere nel prossimo futuro. L’avvicinamento di San Bernardino alla stalla di Bighino ha subito infiammato gli animi dei contradaioli legnanesi, eccitati o preoccupati (a seconda dei colori di appartenenza) dalla possibilità di un passaggio di Genarmoly in biancorosso. Un proverbio dice che “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Ecco, secondo noi è l’errore che potremmo commettere se ci preoccupassimo del nome sensazionale, trascurando il possibile impatto dell’esordiente. Solo il tempo potrà dire chi aveva ragione. Concedeteci la licenza di citare altri due nomi: T. (o Capitan America, il grigio di Dino Pes, 9 anni ormai) e B.W. (6 anni, soggetto della stalla di San Domenico finora rimasto ai margini delle rotazioni biancoverdi). Non saranno le prime scelte delle rispettive contrade (forse), ma entrambi stanno facendo un’ottima stagione lontano dal circuito della Provincia.

Parlando di fantini, le idee sono meno nette. Tanta voglia di veder affermarsi quel trittico di giovani che da qualche tempo seguiamo con particolare attenzione: Bitti, Mula e Andrea Sanna. Però forse è prematuro aspettarsi una loro piena maturazione già nel 2019. Vi sono tanti nomi, tra quelli già affermati, da cui invece ci aspettiamo un’annata all’insegna del riscatto, ma il nostro focus ricade sugli outsider di quella passata, chiamati ora a capitalizzare i loro primi successi. Indecisi tra Federico Arri e Andrea Coghe, abbiamo scelto quest’ultimo, dovendo indicare un solo nome. Più maturo anche sotto l’aspetto anagrafico, Tempesta è al turning point della sua carriera e siamo davvero curiosi di vedere come e dove proverà a capitalizzare al meglio l’exploit autunnale.