Gennaio. Per gli appassionati di calcio, un mese di speranze e illusioni. Il mercato di riparazione, così è chiamato quel periodo di isteria collettiva ed attività febbrile che porta i direttori sportivi ad inventarsi il colpo ad effetto, a scovare il nome esotico, a riproporre il campione sul viale del tramonto, nel disperato tentativo di trovare la chiave di volta di una stagione fino a quel momento imperfetta. Un mercato che di solito aggiusta poco o niente, ma permette ai tifosi di sognare ancora un po’.

Diverso lo spirito con cui si vive il primo mese dell’anno nel mondo paliesco. Le Piazze che corrono a ingaggio tendono a perfezionare le loro monte tra settembre e dicembre, e con i big accasati già prima di Natale è difficile avere ancora notizie pirotecniche. Ma in questo inizio di 2020 ci ha pensato Asti a tenere vivo l’appeal del “paliomercato”. In poche settimane ben 5 slot ancora vacanti sono stati riempiti. E se le conferme di Carlo Sanna (San Pietro) e Gianluca Fais (Castell’Alfero) potevano – col senno di poi – apparire come semplici formalità, altri ingaggi hanno rappresentato delle vere e proprie novità. Assolute, come Gavino Sanna in SMSR o Adrian Topalli (quasi) in Santa Caterina, o parziali, come Antonio Siri a Nizza Monferrato.

Lontane dai colpi ad effetto che infiammano l’opinione pubblica, le dirigenze astigiane che ancora non avevano dato un volto al loro 2020 hanno deciso di puntare su profili esperti e affidabili. In una parola sola: solidi. Brigante, Vittorio, Gavino, Amsicora e infine Adrian. Bomber di provincia li potremmo definire, se nella vita avessero deciso di fare i calciatori invece dei fantini. Professionisti abituati a sudarsi ogni singolo minuto in campo, ogni centimetro di pista, ogni giubbetto indossato. Alcuni faticano ancora a definirli top player, eppure – garantendo quasi sempre il loro bottino di gol stagionale – sono spesso d’aiuto a chi li prende nella propria squadra.

Eppure, chissà perché, la critica continua a vederli un passo indietro rispetto ad altri nomi più affascinanti. Come se nell’ultimo anno non fosse stata evidente la crescita in Provincia di Brigante (tre finali, laddove non erano mai arrivate, e un’affermazione convincente a Castel del Piano) o l’ottimo ritorno in continente di Vittorio, battuto solo dall’imprevedibilità di uno scosso nel primo – e forse ultimo – Palio dei Comuni. Come se Adrian Topalli o Amsicora, oltre al valore umano e tecnico che si portano in dote, non avessero già dimostrato di saper vincere praticamente ovunque, da Bientina a Feltre, da Legnano a Piancastagnaio. O come se Gavineddu (di cui parlavamo settimana scorsa) non avesse già dimostrato di sapersi adattare ad ogni contesto ed esaltare nei panni dell’outsider.

I riflettori per ora sono puntati altrove. Su Don Bosco che prova a costruire il proprio Dream Team attorno all’Atzeni, su Brio che riparte da Santa Maria Nuova dopo esser stato fermo un giro, e sui movimenti della galassia da Clodia (da quando si corre con gli anglo-arabi, Piazza Alfieri è stata un loro monopolio). Tra questi indiziati si cercano – per ora – i favoriti della vigilia. Ma attenzione a quei cinque, perché gli acquisti di gennaio ad Asti sono tutto fuorché degli azzardi da mercato di riparazione!